In un certo senso è corretto affermare che la vita è ovunque, o almeno la molecola della vita, il DNA. Prendendo un campione di acqua o di terreno troveremo delle tracce di DNA vegetale o animale. Ciò che è assolutamente stupefacente è pensare che frammenti di DNA siano anche dispersi nell’aria.
Il Dottor Fabian Roger e i suoi colleghi dell’Università di Lund in Svezia hanno scoperto per la prima volta che è possibile rilevare il DNA di insetti in campioni di aria. Il lavoro sembra inoltre aprire alla possibilità di rilevazioni di altre tipologie di DNA, di vertebrati, specie vegetali e microbiche.
In letteratura scientifica si parla di DNA ambientale (eDNA) quasi totalmente per lo studio di quello acquatico utilizzato da alcuni anni per monitorare la biodiversità e rilevare la presenza di organismi rari o protetti nei corpi idrici.
L’iniziale studio proof-of-concept di Roger ha rilevato più di 75 specie di insetti di 12 ordini, inclusi Ditteri (mosche), Lepidotteri (farfalle e falene), Coleotteri (coleotteri) e Imenotteri (api, vespe e formiche), nonché molti mammiferi e uccelli, rafforzando l’idea che la biodiversità terrestre potrebbe essere monitorata dall’aria in modo rapido, economico e non invasivo.
Perfezionando i metodi esistenti e comprendendo meglio l’eDNA disperso nell’aria, gli scienziati potrebbero aumentare e accelerare le indagini sulla biodiversità o di rilevare la presenza di specie invasive e vettori di malattie su una vasta area, semplicemente utilizzando campioni d’aria. Prima della presentazione del suo lavoro alla conferenza Ecology Across Borders, Roger ha parlato con The Biologist delle interessanti applicazioni di questa tecnologia e del motivo per cui sono necessarie ulteriori ricerche per capire come, quando e dove il DNA viene sparso nell’aria.
Si potrebbero, ad esempio, studiare le interazioni dei fiori con gli impollinatori o gli elementi vegetali dei pascoli con i ruminanti che li popolano.
Ma perché troviamo DNA nell’aria e in che forma si manifesta?
Negli studi di microscopia è stato riscontrato che scaglie di insetti costituiscono una frazione piuttosto considerevole di aerosol. Possono essere davvero piccoli pezzi di aggregati cellulari simili alla forfora, come anche singole cellule o residui di esse che rompendosi liberano organelli, mitocondri, DNA libero o legato ad altre particelle.
Tutti gli stati in cui si trova l’eDNA sono al di sotto dei 100 micrometri (la maggior parte anche sotto i 10) e le particelle di queste dimensioni hanno la tendenza a disperdersi nell’aria e a fluttuare.
Comprendere come questo eDNA vada a disperdersi, sotto quali influenze si muove, si modifica e si degrada, fornirebbe una mappa per analizzare la biodiversità circostante.
Immaginate cosa vorrebbe dire sfruttare a pieno l’eDNA e le ipotetiche tecnologie collegate. Capire, ad esempio, in una classe di bambini se qualcuno ha il raffreddore o i pidocchi semplicemente agitando in area un reagente che cambia colorazione.
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Comparso su Agenzia Eventi