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Come i bambini sconfiggono il virus

Una ricerca pubblicata sulla rivista Nature Medicine il 20 giugno 2020, dal Centre for the Mathematical Modelling of Infectious Diseases (CMMID) at the London School of Hygiene & Tropical Medicine, mostrava come i bambini ed i giovani sotto i 20 anni fossero spesso asintomatici e soprattutto con una suscettibilità inferiore del 50% agli over 20 per il Sars-CoV-2. Paragonando poi i due estremi dell’equazione, cioè i bambini e gli anziani, si osservava come la riduzione di sintomaticità fosse ben oltre il 50%. La ricerca si basava su modelli di trasmissione sviluppati a partire dai dati forniti da sei paesi, inclusa l’Italia, con successive integrazioni. Gli stessi modelli adottati dall’Istituto Superiore di Sanità avevano confermato le previsioni, accertando che “nei bambini l’infezione da SARS-Cov-2 si manifesta con quadri clinici molto meno severi rispetto agli adulti. I bambini hanno infatti in generale una buona prognosi e la letalità è decisamente inferiore rispetto all’adulto” e stimando che in Italia solo circa l’1% dei casi positivi fossero oltre la maggiore età.
Si sono dunque susseguiti numerosi studi per comprendere perché i bambini contraessero meno l’infezione e perché in caso caso di positività le manifestazioni fossero decisamente più lievi. Al primo quesito sembra rispondere uno studio pubblicato sulla rivista JAMA da un gruppo di ricerca del Brigham and Women’s Hospital, Boston, Massachusetts, che mostrava come fossero inferiori i livelli di espressione del recettore dell’enzima di conversione dell’angiotensina ACE2, il recettore che permette al virus SARS CoV-2 di entrare nelle cellule dell’apparato respiratorio, in particolare una ridotta presenza sulle cellule dell’epitelio nasale dei bambini sotto 10 anni rispetto agli adulti. Concorde con tale ricerca l’Ospedale Bambino Gesù di Roma che il 16 marzo 2021 ha provato invece a rispondere all’altro quesito, ossia da cosa dipendesse la scarsa sintomaticità e il blando decorso dell’infezione. Con un articolo sulla rivista Cell si mostravano i risultati di un’indagine che ha coinvolto 66 pazienti di età compresa tra 1 e 15 anni ricoverati nel Centro Covid del Bambino Gesù di Palidoro nell’estate del 2020. Le indagini di laboratorio hanno evidenziato come il profilo immunologico dei bambini che già dopo una settimana erano riusciti a neutralizzare il virus, era caratterizzato da una grande quantità di linfociti T e B specifici contro Sars-CoV-2, capaci di riprodursi velocemente una volta entrati in contatto con l’agente patogeno e di produrre un gran numero anticorpi neutralizzanti, riducendo quindi anche l’infettività dei soggetti. La presenza di linfociti T e B specifici contro il Coronavirus appare correlata all’esposizione dei bambini ad altri virus stagionali. I pazienti con la maggiore capacità di sconfiggere rapidamente il Sars-CoV-2, infatti, erano quelli già entrati in contatto, nella loro storia clinica, con un numero elevato di altri virus influenzali. Sono sicuramente necessari ulteriori studi per avvalorare quanto mostrato dalla ricerca che disponeva di un campione ridotto e proveniente da un’unica regione.

Fonti:

Comparso su Agenzia Eventi

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